Tra tutti i simboli grafici ce n’è uno che ci interessa particolarmente perché diverso da tutti gli altri, con una storia (e quindi un ruolo da giocare) a parte. È lo schwa.
Read MoreNegli ultimi tempi, stiamo osservando un’attenzione sempre più elevata verso i segni grafici nei brand naming rispetto al passato. La richiesta delle aziende è spesso la stessa: avere un nome breve che comunica tanti concetti insieme.
Read MoreAl centro dell'attenzione mondiale, la prima di Tosca alla Scala di Milano di pochi giorni fa mi ha fatto riflettere sui nomi dei suoi protagonisti, e in particolare su quello del personaggio negativo dell'opera, del cattivo, per intenderci. È il sadico barone Scarpia, capo della polizia papalina che dà il peggio di sé nei momenti immediatamente successivi alla battaglia di Marengo, ritratti nel dramma in tre atti.
Read MoreSecondo il WIPO nel 2018 sono state presentate circa 10,9 milioni di domande di registrazione di marchio in tutto il mondo; secondo il World Trademark Review, ogni anno più di sei milioni di aziende e oltre 100.000 prodotti sono lanciati sul mercato, e i numeri sono in forte crescita.
Read MoreSecondo l'ultima ricerca di EF Education First, l'Italia si classifica 34esima su 88 paesi al mondo analizzati per la conoscenza dell'inglese, dietro (tra gli altri) a Bulgaria, Grecia e Romania; risulta inoltre che solo il 16% della popolazione italiana parli più o meno bene l'inglese. Allora perché le parole inglesi sono così abbondanti nel nostro vocabolario, scritto e parlato? Perché siamo continuamente raggiunti da parole come call, meeting, brief, ma anche location, tethering e party, alle quali ci siamo nostro malgrado abituati a forza di sentirle?
Read MorePochi giorni fa Kim Kardashian annuncia al mercato Kimono, la sua linea di shapewear, vale a dire di indumenti modellanti.
Prendo spunto da una notizia letta ieri su Rainews.it e da un comunicato che ben spiegava l’immediata polemica che ne è seguita per dire la mia sull’argomento.
Read MoreCos’è vintage e cosa no? Sapreste rispondere a colpo sicuro?
Partiamo dalla parola: vintage è un termine inglese che proviene dal francese antico vendenge, a sua volta derivante dal latino vindimia che significa vendemmia. Il termine indica pregevoli vini prodotti solo in annate speciali e quindi, per estensione, qualsiasi oggetto di pregio e di qualità che rimanda indietro nel tempo. Nulla nella parola fa riferimento ai fatidici vent’anni che dovrebbero segnare la distanza tra noi e l’oggetto, niente che fa riferimento al solo ambito della moda, al quale siamo soliti pensare: vintage è dunque qualsiasi oggetto di qualità appartenente a tempi andati e perciò unico, irripetibile e con una storia da raccontare. Nella nostra epoca avida di storytelling, il vintage si offre come la modalità perfetta per arricchire la promessa del brand con un racconto antico e affascinante.
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